24'
Totemica è una divinità decaduta che ha perso la propria identità, incapace di riconoscersi in qualsiasi luogo o credo. Un dio irriconoscibile nel presente, ma tangibile nella storia, un'energia vitale decaduta in un limbo indefinito. Totemica vuole rappresentare fisicamente ed emotivamente questa condizione, in cui si vive una sacralità dispersa e priva di riferimenti.
15', PRIMA NAZIONALE
quema è un viaggio intimo attraverso il purgatorio, in cui due anime anziane, Joel e Julia, si incontrano per ripercorrere la traiettoria della loro vita. Un percorso di auto-esplorazione, in cui si avventurano nella ricostruzione dei momenti cruciali della loro esistenza, osservandoli da prospettive diverse e attraversando spazi e dimensioni della realtà differenti.
25’, PRIMA REGIONALE
Una performance che intreccia danza contemporanea, Butoh e arti circensi.
I due non-personaggi sono figure cicatriziali che creano, nascono e si allontanano dal loro nido di tessuto di scarto. Con l’anelito di essere specchi in cui ci si possa ripensare, sono dotati di una coscienza corporea e si muovono in un ambiente intimo, abitato da silenzi e lentezze.
20', PRIMA NAZIONALE
Uno spettacolo concepito per spazi non convenzionali che esplora l’interazione tra la gravità e l’equilibrio, il vento e le sue influenze, la poesia dell’azione e il flusso delle relazioni.
25', PRIMA NAZIONALE
Agua Viva è un viaggio intimo e straziante attraverso l’esperienza di una donna che vuole sovvertire il genere e perforare l’umano, scavando nel luogo della propria libertà animale, dove irrompe “l’oscuro erotismo della vita piena”.
30', PRIMA REGIONALE
Il dialogo tra performer e pubblico si genera da un corpo che esiste nel momento in
cui viene guardato. Questo corpo diventa un territorio da esplorare con lo sguardo,
attraverso una danza in cui riconoscere e riconoscersi. Lingua prende forma nell’attesa
del “lasciarsi guardare”, fino a ribaltare i ruoli tra performer e
30', PRIMA REGIONALE
Il dialogo tra performer e pubblico si genera da un corpo che esiste nel momento in
cui viene guardato. Questo corpo diventa un territorio da esplorare con lo sguardo,
attraverso una danza in cui riconoscere e riconoscersi. Lingua prende forma nell’attesa
del “lasciarsi guardare”, fino a ribaltare i ruoli tra performer e pubblico, invitando a
scrivere sulla pelle della performer come una tela.